Il 18 ottobre scorso, i deputati Tullio Patassini (Lega) e Monica Terzoni (M5S) hanno presentato un emendamento al “decreto Genova” per consentire la sanatoria di piccole difformità edilizie nelle zone colpite dal sisma del Centro Italia del 24 agosto 2016. Si tratta di un atto amministrativo che non può né deve essere confuso e considerato alla stregua di un condono. In territori come il nostro, le Marche è necessario pensare a quanto un simile provvedimento possa agevolare e rendere più snella e veloce l’operatività, sbloccando finalmente la ricostruzione, ferma ormai da due anni.
Le proposte emendative dei deputati Terzoni e Patassini al decreto Genova, per la soluzione dei problemi irrisolti della ricostruzione post sisma 2016 e riguardante la “vexata quaestio” delle difformità urbanistica, vanno nella giusta direzione e meritano apprezzamento.
Nei nostri territori, colpiti dalla crisi simica iniziata il 24 agosto 2016 è stata rilevata una importante criticità nel percorso di riparazione o ricostruzione degli edifici danneggiati o distrutti, derivante dall’esistenza di modeste difformità in materia paesaggistica consistenti anche in minimi incrementi della volumetria o della superficie degli edifici, che impedirebbero il prosieguo del procedimento di recupero e di concessione dei contributi a piu’ della metà (piu’ di 30.000) degli edifici danneggiati.
Gli emendamenti in questione si fanno carico di risolvere questa problematica è sostanzialmente ricalcano le proposte avanzate dalla Commissione ANCI TERREMOTO MARCHE e sulla quale erano stati acquisiti i pareri particolarmente positivi di Confindustria, Confartigianato, CNA, Ordini professionali degli ingegneri, Architetti, geometri, delle sigle sindacali di CGIL, CISL ed UIL, ma anche di Legambiente e degli esperti di Symbola.
Non c’e’ da gridare a nessuno scandalo paesaggistico in quanto la proposta di modifica affronta la criticità relativa a piccoli abusi e cioè nel limite massimo di quello attualmente assentibile con il cosiddetto “PIANO CASA”. Nessuna Maxi-sanatoria tombale quindi e nessun condono per case totalmente abusive, ma piccole sanatorie per i piccoli abusi esistenti su fabbricati realizzati molti anni f’ e che per mera distrazione non sono stati sanati prima. Sul periodo in cui siano stati commessi questi piccoli abusi, le categorie, gli Ordini e soprattutto Legambiente si erano espresse per non andare oltre la data del 2003 (data dell’ultimo condono con la legge n. 326/20039) ma su questa data potremmo anche adeguare il testo proposto dalla maggioranza.