La sentenza UE sull’IMU scatena gli anti clericali

Lo scorso 6 novembre, i giudici della Corte di giustizia dell’Unione europea si sono espressi in merito alla norma di pagamento dell’IMU per i beni delle Associazioni no profit. Compresi quelli riconducibili alla Chiesa.
La sentenza conferma la validità dell’attuale norma del pagamento dell’IMU dell’ordinamento attuale ma invita l’Italia a recuperare l’Ici non pagata da tutti gli Enti che svolgono attività di protezione sociale – associazioni private, onlus e sindacati, così come la Chiesa italiana – fra il 2006 e il 2011, ovvero prima che le norme venissero definite correttamente.

Molti hanno voluto fare una polemica anticlericale. Dimenticando che per i beni immobiliari riconducibili alla Chiesa vale lo stesso trattamento di ogni realtà del Terzo settore. E soprattutto si è voluto, da parte di molti, dimenticare il contributo sociale svolto da chi spesso surroga l’attività dello Stato nella protezione dei più deboli.

Ho avuto modo di parlarne la settimana scorsa con Tgcom24, Tutta la città ne parla (Radio Uno) GR3 (Radio Tre), GR1 Economia (Radio Uno) e Sei su Radio 1 (Radio Uno). Mi è parso doveroso difendere chi, come la Chiesa italiana, e non solo, svolge una attività di pubblico interesse. Peccato che molti abbiano ancora un riflesso pavloviano contro tutto quanto è riconducibile alla Chiesa. La laicità dello Stato è un bene conseguito per sempre. L’anticlericalismo spero che non divenga mai un criterio di giudizio e di azione nel nostro Paese.

 

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