Ieri son stato ospite di Rai news 24, nella rubrica curata da Roberto Vicaretti, insieme ad Ettore Prandini (Presidenti di Coldiretti), Alviso Maniero (Movimento 5Stelle) e Roberto Petrini, giornalista de la Repubblica; abbiamo parlato di politica (i rapporti tra Lega e 5Stelle), di tasse locali (Imu e Tasi), di infrastrutture (TAP e TAV).
Proprio il riferimento alle recenti vicende che hanno riguardato queste due grandi opere infrastrutturali – parlo della TAP, il gasdotto della Trans Adriatic Pipeline in Puglia e la TAV, il Treno ad Alta Velocità in Piemonte – mi ha fornito l’occasione per ricordare quanto troppo spesso dimenticato dal governo.
La crescita e la ripresa del nostro Paese – quella tanto auspicata e ricercata anche dal buon ministro Tria – sono legate allo sblocco della spesa locale per investimenti da indirizzare anche alle piccole e medie opere (dal marciapiedi da rifare, alla scuola da manutenere).
La nostra Costituzione promuove le autonomie locali ed è indispensabile dotare i Comuni e più in generale gli Enti locali di strumenti che consentano loro l’operatività territoriale. Oggi, purtroppo e invece, i sindaci si ritrovano spesso ingabbiati in “labirinti normativi“, imbrigliati da leggi e norme create sì a tutela dello Stato – a esempio nei confronti della corruzione – ma che difatti comportano anche enormi difficoltà per l’attivazione delle spese dei Comuni.
L’ho già ricordato anche in altre occasioni, finalmente le casse dei Comuni hanno superato quello stato di sofferenza che a lungo si è manifestato, ma a causa degli adempimenti che i Sindaci sono chiamati ad onorare, i loro fondi rimangono inattivi: è necessaria una semplificazione normativa che consenta la riattivazione e il funzionamento dei Comuni e degli Enti locali.
Un esempio potrà forse rendere più chiaro a tutti ciò di cui si parla: lo scorso terremoto ha gravemente danneggiato l’Istituto Comprensivo Don Giussani, una scuola del mio Comune, Ascoli Piceno. Due anni fa il danno; è passato un anno perché la Regione e l’Anac validassero il capitolato per indire la gara per scegliere il progettista, seguirà il tempo necessario per selezionare il suddetto progettista, quindi quello per fare il progetto e infine quello per indire e valutare l’esito della gara che individuerà la ditta che realizzerà i lavori per la scuola.
Passeranno – almeno – tre anni e mezzo prima che gli studenti dell’Istituto possano rivedere la loro scuola aperta. Vi sembra giusto?