È passata quasi una settimana dall’episodio della Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona). La tragedia provoca inevitabilmente dolore e suscita sdegno: quanto è successo è sconvolgente. Ma chi ha responsabilità pubbliche deve andare oltre l’emozione.
Mi tornano in mente le decisioni, dure ma inevitabili, che i sindaci devono prendere quando qualcuno – che siano associazioni o gruppi di giovani – promuovono feste ed eventi in locali non idonei. Ad Ascoli abbiamo sempre adottato la linea del rigore – spesso controcorrente – forti di una consapevolezza: basta poco perché una festa si trasformi in una tragedia.
I sindaci vanno sostenuti anche quando prendono decisioni impopolari, recentemente anche io, insieme alla polizia municipale, sono stato al centro di polemiche per aver negato l’organizzazione di feste private in luoghi che non avevano i requisiti di sicurezza e il benestare della commissione pubblici spettacoli.
Rivolgo il pensiero alle vittime di Corinaldo e l’amarezza provocata da certe polemiche scompare. Quando si prendono alcune decisioni bisogna valutare tutte le possibili conseguenze, anche le più improbabili e terribili, quelle che fanno venire i brividi.
Sentendo ancora di più il peso delle responsabilità pubbliche provo un grande dolore e a nome di tutti rivolgo il mio pensiero commosso alle vittime e ai loro familiari sussurrando spontaneamente una preghiera per quei ragazzi.