Lo scorso fine settimana, a Torino, trentamila persone si sono ritrovate in piazza Castello per la manifestazione in favore della TAV.
Sono sceso anche io in Piazza, insieme a tante altre rappresentanze provenienti dal tutto il centro e il nord Italia, per partecipare a una manifestazione senza bandiere politiche, in favore della competitività del Paese e di una crescita che è necessario avviare.
L’infrastruttura nasce da un ambizioso progetto degli anni novanta che vorrebbe collegare – con indubbi benefici economici per tutti – con 235 km di binari Torino e Lione, per agevolare il trasporto di merci ferroviarie.
Sindaci, cittadini, associazioni provenienti da ogni parte d’Italia si sono ritrovati per manifestare in favore dell’alta velocità, contro le forze politiche che intendono bloccare i cantieri.
L’ho detto con una battuta in un’intervista a Porta a Porta: anche l’oliva ascolana, per arrivare fresca e morbida oltre le Alpi ha bisogno di infrastrutture che consentano trasporti veloci e a costi ridotti. Il treno resta un veicolo indispensabile per trasporti di questi tipi.
Battute a parte l’Italia ha bisogno di grandi opere; si rischia di assistere a una alleanza imprevedibile tra la peggiore burocrazia, che frena di fatto, da anni, la realizzazione di opere di interesse pubblico, e una opinione pubblica retriva e passatista che fa di tutto per bloccare lo sviluppo del Paese in nome di una malintesa salvaguardia ambientale.