Oggi “Cultura Identità” pubblica una bella intervista in cui faccio il punto dei 10 anni da Sindaco di Ascoli Piceno. Innanzitutto benvenuta “Cultura Identità”: è un nuovo periodico, che esce in allegato a “Il Giornale”, per iniziativa di Edoardo Sylos Labini che ha spiegato: “Sulle nostre pagine ci sarà tutto quel mondo che non si ritrova nei salotti radical-chic”. Io, come si sa, piuttosto che accomodarmi nei salotti preferisco stare “coi piedi per terra” (è il titolo del mio ultimo pamphlet). Il destino di chi fa il sindaco. E che racconto in questa intervista.
Durante il percorso non son di certo mancate difficoltà: il mio insediamento è avvenuto in concomitanza con l’inizio della più grande crisi economica e finanziaria del secolo, che in Italia si è scaricata nei territori, nelle città, nei Comuni. Sarà anche difficile dimenticare il terrore avvertito al tremare della terra e la responsabilità di cui ci si sente investiti quando si assiste alla morte dei cittadini dei paesi vicini, o quando si amministra una città d’arte colpita dal sisma.
Fortunatamente, ad alcuni momenti difficili se ne sono alternati molti altri, pieni di serenità e soddisfazioni. Penso con orgoglio alla crescita culturale, turistica e imprenditoriale che ha interessato il nostro territorio in questi anni.
Abbiamo raggiunto traguardi che costituiranno un buon punto di partenza per chi, da domani, amministrerà la bella Ascoli.
È tempo di passare il testimone e di tracciare bilanci.
Negli ultimi 10 anni la mia vita è coincisa con la cura di questa città.
In cambio, non posso negarlo, ho ricevuto tanto. Ho ricevuto tanto da ciascuno dei miei concittadini. Ho ricevuto tanto dalla mia famiglia che ha sopportato e condiviso la mia scelta totalizzante. Ho ricevuto tanto dalle donne e dagli uomini che ho incontrato in tutta Italia, mossi da voglia di fare, di dare, di contribuire al futuro del nostro bel Paese.
Grazie a tutti per questi buoni anni. E per quelli che verranno.