Reddito di cittadinanza, il ruolo dei Comuni

A partire da domani, i cittadini in possesso dei requisiti potranno compilare online il modulo di richiesta per il reddito di cittadinanza.
Tanto se ne è parlato e, giustamente, si continua a parlarne. Purtroppo spesso approssimativamente. E senza ancora valutarne l’impatto complessivo. Il reddito di cittadinanza avrà nei Comuni uno dei soggetti attivi, come l’Inps, le Poste, i Centri per l’impiego e le Agenzie regionali per il lavoro. Ma il ruolo dei Comuni mi sembra sia stato sottovalutato. Ne abbiamo parlato all’ultimo direttivo dell’Anci (Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia).

Ancora una volta sento prevalere l’ideologia. A prescindere dalla valutazione sulla misura adottata e varata, vorrei un po’ più di pragmatismo. Le leggi devono essere applicate, piacciano o non piacciano.

Strumenti di protezione sociale e di contrasto alla povertà dovrebbero essere i benvenuti. Lo dico da sindaco di un Comune dove è attivo il reddito di dignità, uno strumento analogo al reddito di cittadinanza, solo di tipo locale.
E proprio da sindaco con esperienza sul campo voglio ricordare che le amministrazioni locali costituiscono il network essenziale per rendere efficiente qualsiasi azione di protezione sociale. Semplicemente perché i Comuni sono l’istituzione più vicina ai cittadini, quella che meglio conosce esigenze e bisogni del (e nel) territorio. Peccato che i nuovi oneri amministrativi non siano accompagnati da nuove risorse. Con il rischio di imballare il motore dei Comuni, già da anni sotto sforzo (per un incremento di oneri e di competenze attribuite, senza nemmeno il turn over del personale)

Ho riflettuto sui problemi non banali che il reddito di cittadinanza porrà ai sindaci in quest’articolo sull’Huffington Post.

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