I Comuni possono ma non vogliono aumentare le tasse

Oggi son stato ospite di “Giorno per giorno“, la trasmissione di Radio1 condotta da Eleonora Belviso. Insieme ad Andrea Dini (Confprofessioni Lazio), sono stato invitato a esprimere una valutazione sull’analisi dei dati relativi al rincaro delle tasse locali realizzata da Confprofessioni.

Il timore che le aliquote delle tasse locali siano oggetto di rincari deriva dalla mancata conferma del blocco delle aliquote fiscali comunali e regionali, un provvedimento che negli ultimi tre anni ha creato problemi di bilancio per molti Comuni, negando loro la facoltà di disporre alterazioni dell’addizionale Comunale.

Lo sblocco fa temere un aumento della pressione fiscale. Ma personalmente credo che la stragrande maggioranza dei sindaci non utilizzerà questa facoltà. Nessuno ama imporre tasse più alte.
E’ pur vero che il risanamento dei conti pubblici nel triennio 2012-2015 è avvenuto grazie al contributo non indifferente che è stato richiesto agli Enti locali: l’Ufficio parlamentare di bilancio ha quotato che su 25 miliardi di miglioramento dei saldi di finanza pubblica ben 12 sono stati determinati da sacrifici imposti e subiti da enti locali.
La strategia messa in moto ha implicato il trasferimento di responsabilità a livello locale, determinando spesso situazioni di sofferenza.
Per questo è comprensibile il timore, che ora, liberati dalla impossibilità di agire sulla leva fiscale locale, i Comuni (e le Regioni) possano essere tentati di aumentare l’addizionale. Ma come ho detto, credo che non sia nell’interesse di nessuno farlo a cuor leggero.

Alla luce di queste considerazioni, solo il ripristino di un’armonia legislativa fra Governo centrale e locale potrà garantire l’interesse comune a tutti i cittadini: una più equa pressione fiscale.

Vuoi ricevere le nostre news prima che vengano pubblicate?
Iscriviti alla nostra newsletter.
Newsletter

Copyright@2017 Guido Castelli | All Rights Reserved