Nelle sofferte relazioni attuali tra italiani e francesi potremmo trovare una curiosa coincidenza: il giallo. Secondo una tradizione che inizia nel XII secolo, il giallo è sinonimo di falsità, di inganno e di menzogna, una degenerazione delle qualità luminose dell’oro. Ecco, gialle sono le 5 stelle del Movimento. Gialli sono i gilet francesi (con il loro irrisolto strascico di violenza urbana). E’ pur vero che in Italia e in Francia c’è di più, oltre al giallo che lega questa parte di cugini.
C’è un linguaggio provocatorio e irriverente che accomuna molti rappresentanti del Governo francese – ma anche quello di qualche francese nell’Unione europea – a quello irrituale e aggressivo del partito di maggioranza relativa in Italia. Già, perché M5S non dovrebbe dimenticare questo ruolo e la connessa responsablità.
A dividere Italia e Francia in questo periodo c’è anche molto di più. Una politica della gestione degli immigrati che vorrebbe scaricare solo sul nostro Paese l’onere di una malintesa accoglienza, una competizione economica che rischia di far svanire qualche business che ci sta a cuore, una contrapposizione forte sulle infrastrutture: Tav in testa, per la quale il M5S la testa mostra di averla un po’ persa.
Ho scritto in merito alle tensioni italo-francesi in quest’articolo sull’Huffington Post.