Il futuro dell’Italia inizia dai suoi territori. Le radici della convivenza civile stanno nelle Istituzioni che più sono vicine ai cittadini: i Comuni. La scelta di aderire a Fratelli d’Italia si spiega anche così. La leadership di Giorgia Meloni ha saputo attrarre chi nel centrodestra ha mostrato attenzione e ha collezionato successi nell’amministrazione locale. Il successo di Fratelli d’Italia alle elezioni europee credo che sia stato un mix di questi elementi.
È un dato di fatto che FdI governa decine di Comuni, molti capoluoghi di provincia e due Città metropolitane.
Lasciare Forza Italia, non senza fatica, per me ha voluto dire ribadire il radicamento in un centrodestra che non si sottrae alle proprie radici, che sa parlare con i cittadini, con le famiglie, con le comunità locali, con le Pmi, con il mondo del volontariato sociale e religioso.
Il valore dell’autonomia amministrativa locale è stata la mia stella polare nei dieci anni in cui sono stato sindaco di Ascoli Piceno e delegato ANCI per la finanza locale, ed è ancora il mio riferimento come presidente della Fondazione Ifel-ANCI.
Non mi dispiace parlare di un patriottismo comunale. Il particolarismo municipale è una patologia dell’autonomia amministrativa: ma il nostro Paese non deve rinnegare la sua natura, la sua realtà, che è fatta dai campanili e dai municipi, capaci di razionalizzare il loro ruolo, senza inseguire le conurbazioni urbane e le megalopoli. Nella nostra realtà anche le Città metropolitane hanno un senso solo se sapranno valorizzare i territori e i Comuni minori che gravitano sull’area più vasta.
Dopo anni di politiche che hanno penalizzato l’autonomia degli enti locali, è necessario che Fratelli d’Italia sappia rilanciare il ruolo delle amministrazioni locali nel rispetto dell’articolo 5 della Costituzione.